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domenica 21 novembre 2010

Bolivia: SIMN presente alla 10a Conferenza sulle migrazioni

SIMN ha partecipato al 10ª Conferenza Sudamericana sulle Migrazioni (CSM), che ha avuto luogo il 25 e 26 ottobre 2010 nella città di Tiquipaya, Cochabamba, Bolivia.
I paesi partecipanti, assieme alle agenzie di governo e organizzazioni della società civile, hanno discusso sulla necessità di procedere verso una cittadinanza sudamericana, dove non ci sia bisogno di visti o passaporti per le persone viaggiare liberamente tra i paesi della regione, collegando i blocchi dei paesi della Comunità Andina delle Nazioni (CAN) e le nazioni del Mercosur.
I paesi che partecipano alla 10a CSM sono stati: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Perù, Uruguay, Perù e Venezuela. Messico è stato presente come paese invitato. la Guyana e il Suriname non erano rappresentati.
Diverse organizzazioni della società civile hanno partecipato alla Conferenza, tra cui SIMN, rappresentato dal suo direttore esecutivo, che, nella sua presentazione durante la Conferenza, ha illustrato le principali attività svolte dai Missionari Scalabriniani al servizio dei migranti, dei rifugiati e degli sfollati nella regione. Ha anche sottolineato le iniziative di ricerca sul fenomeno della migrazione, dei programmi di formazione per le persone coinvolte con i migranti e le politiche di promozione e programmi per difendere e promuovere la dignità ei diritti dei migranti e delle loro famiglie. Uno degli aspetti evidenziati dal direttore esecutivo del SIMN è stata la necessità di attuare politiche di non espulsione di migranti tra i paesi della regione.
Tra i principali accordi e gli impegni assunti dalla 10a CSM, nel quadro della promozione di una cittadinanza sudamericana, ci sono stati: il Piano Sudamericano per lo Sviluppo Umano nelle Migrazioni, il collegamento del CSM con la UNASUR, la partecipazione della società civile nel CSM, la definizione di partenariato in materia di immigrazione, l'ambiente ei cambiamenti climatici, l'attuazione dei meccanismi flessibili ed efficaci per regolarizzare la migrazione dei cittadini della regione e l'impegno dei paesi del Sud America per evitare la deportazione di cittadini della regione per ragioni migratorie, favorendo meccanismi di coordinamento e le modalità per raggiungere questo fine.
Per ulteriori informazioni sulla 10a Conferenza Sudamericana sulle Migrazioni, vedere: http://www.xcsm.org.bo/

Che cosa è la CSM?
La Conferenza Sudamericana sulle Migrazioni (CSM) è un processo che, attraverso l'iniziativa dei governi e la cooperazione tecnica dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), ha avuto il suo inizio a Lima, nel 1999, dopo l´"Encuentro Sudamericano sobre Migraciones, Integración y Desarrollo", che ha visto la partecipazione di tutti i paesi sudamericani, tranne Guyana e Suriname. Durante questo evento, i governi hanno riconosciuto l'importanza della migrazione all'interno della regione e la necessità di consultazioni periodiche che avrebbe fornito la base per le future conferenze. La prima riunione del CSM si è tenuta nel 2000 nella città di Buenos Aires. Dal 2001 al 2010 si sono tenute riunioni regolari: la Seconda CSM a Santiago del Cile (2001); la Terza CSM a Quito, Ecuador (2002); la Quarta CSM a Montevideo, Uruguay (2003), la Quinta CSM a La Paz, Bolivia (2004); la Sesta CSM a Asuncion, Paraguay (2006), la Settima CSM a Caracas, in Venezuela (2007), la Ottava CSM a Montevideo, Uruguay (2008), la Nona CSM a Quito, Ecuador (2009) e la Decima a Cochabamba, Bolivia (2010) [vedi: http://www.xcsm.org.bo/].
In questo processo, oltre alle conferenze annuali si sono tenute Riunioni Tecniche di Consulenza (RTC) e una serie di workshop, seminari e forum su temi rilevanti per i paesi membri.

Scritto da Leonir Chiarello   
Mercoledì 10 Novembre 2010 08:06

Bangkok: più diritti per donne e bambini senza fissa dimora

Raccomandazioni del Primo incontro della Pastorale della strada per l'Asia e Oceania, organizzato dal Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e gli Itineranti - Bangkok, 19 - 23 ottobre 2010 

<>I governi dell'Asia e dell'Oceania sono chiamati a migliorare "le condizioni dei cittadini senza fissa dimora" garantendo loro "abitazioni decenti a prezzi accessibili, i servizi indispensabili e opportunità di formazione e di lavoro": è l'appello del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e gli Itineranti, contenuto nelle Raccomandazioni del Primo incontro della Pastorale della strada per l'Asia e Oceania, tenutosi a Bangkok dal 19 al 23 ottobre scorso.
Nel documento in dodici punti gli organismi ecclesiali e le comunità cristiane vengono invitati a offrire il loro sostegno "al miglioramento della vita di donne e bambini sulla strada", con una particolare attenzione alla sensibilizzazione "sulle atrocità che vengono commesse nei confronti" di queste categorie di persone più indifese.
All'incontro, organizzato nella capitale thailandese dal Pontificio Consiglio, in collaborazione con l'Ufficio per lo sviluppo umano della Federazione delle Conferenze episcopali dell'Asia (Fabc), hanno partecipato 57 delegati in rappresentanza di 17 Paesi dell'area.
Tutte le comunità cristiane, a partire dalle parrocchie, si legge ancora, "non tralascino alcun tentativo per salvaguardare l'unità, la dignità e la centralità della famiglia, che ne garantiscono l'identità e ne prevengono lo sfaldamento provocato dalla povertà, dalla violenza, dal traffico e dalla tratta di persone umane".
Infine, il documento auspica un maggior coordinamento tra il Pontificio Consiglio e gli episcopati dell'Asia nella realizzazione di specifiche iniziative per andare incontro alle questioni di sicurezza stradale, di quanti non hanno fissa dimora, delle donne e dei minori sulla strada.
Tra le proposte, l'istituzione di giornata dell'Asia contro il traffico di persone umane, da celebrarsi la prima domenica di ottobre, e la costituzione di specifiche commissioni per la mobilità umana in seno alle Conferenze episcopali nazionali.


Scritto da Agenzia Zenit   
Lunedì 15 Novembre 2010 09:45

Italia: protesta lunga 16 giorni a Brescia

La Direzione generale dei missionari scalabriniani si congratula con la efficace e paziente mediazione portata avanti dal nostro confratello P. Mario Toffari, dalla sua comunità e dagli operatori della Pastorale dei migranti della diocesi.
Sotto una pioggia torrenziale hanno raggiunto le centinaia di sostenitori che li attendevano giù
Decisiva la mediazione garantita dai sindacalisti di Cgil e Cisl e dai rappresentanti della Diocesi. I quattro immigrati hanno lasciato la cabina della gru in via San Faustino a Brescia. Lentamente, uno dopo l'altro, hanno percorso a ritroso i gradini del braccio meccanico a 35 metri d'altezza su cui erano saliti il 30 ottobre. A terra, ad attenderli, centinaia di sostenitori della loro protesta.
La discesa dalla gruI quattro sono scesi intorno alle 20.50 sotto una pioggia battente e accolti dagli applausi, le grida e gli slogan ("giustizia, siamo tutti sulla gru" e "lotta dura senza paura") di oltre un centinaio di persone venute a portare la loro solidarietà e tenute a distanza dalle transenne presidiate dalle forze dell'ordine. Nello scendere i quattro hanno fatto diverse pausa lungo la struttura di metallo salutando tutti coloro che sono intervenuti nella piazza. Anche se non si conoscono i dettagli che hanno portato i quattro a interrompere la loro clamorosa protesta, sembra essere stata fondamentale l'ultima mediazione messa in campo dalla Diocedi insieme con i rappresentanti di Cgil e Cisl.
Prima di scendere gli immigrati, hanno calato dalla gru dei sacchi con le poche cose che avevano a disposizione e hanno lanciato alcuni slogan. I quattro sono stati presi in consegna dai loro avvocati, che dovrebbero accompagnarli in questura per l'identificazione.
Fonte: milano.repubblica.it (16.11.2010) in  www.migrantitorino.it

Mexico: nuestra presencia en el IV Fórum Mundial sobre Migración y Desarollo

El Scalabrini International Migration Network (SIMN) ha participado en el IV Fórum Mundial sobre Migración y Desarrollo (FMMD) que tuvo lugar en Puerto Vallarta (México) del 8 al 11 de noviembre y en el que estuvieron presentes 400 personas entre Delegados y Observadores para la Sociedad Civil y las Delegaciones de 144 países. El FMMD es un proceso informal, no vinculante y voluntario de debate entre los Estados Miembros de las Naciones Unidas para tratar las interconexiones entre migración y desarrollo de manera práctica y orientada a la acción. Reconociendo las implicaciones sociales de las migraciones y el desarrollo, representantes de la sociedad civil también han sido involucrados desde el principio en este proceso. El tema del IV Fórum fue: Alianzas para la migración y el desarrollo humano: prosperidad compartida - responsabilidad compartida. Las intervenciones apuntaron principalmente al aporte de la migración al desarrollo de los países de destino y los países de procedencia de los migrantes, y la necesidad de definir políticas migratorias acordes a las necesidades del fenómeno migratorio actual. Los principales temas considerados en el documento final del Fórum son los siguientes: 1- Desarrollo humano: Se destaca la urgencia de promover políticas de desarrollo humano que garanticen un trabajo digno a las personas, para que no se vean obligadas a recurrir a la migración forzada. En este sentido, se afirma el derecho a la migración libre y espontánea. Se insiste también en que las remesas no pueden substituir los programas de desarrollo que los países deben promover. 2- Migración laboral: Se exige a los países superar la distinción entre migrantes documentados e indocumentados y respetar los derechos laborales de los migrantes independientemente de su estatus migratorio. En este contexto muchas intervenciones instaron a los países, sobre todo a los receptores de migrantes, a ratificar la Convención sobre la protección de los derechos de todos los trabajadores migratorios y sus familias. 3- Seguridad y aplicación de los derechos humanos: Se sugiere que las políticas migratorias se focalicen más en la seguridad personal y la defensa de los derechos humanos de los migrantes que en la se-guridad nacional. 4- Familias: Se denuncia la tendencia a considerar al trabajador(a) migrante de forma individual sin su relación a la familia, la falta de visas para visitar a familiares migrantes, así como los muchos obstáculos para la reunificación familiar. 5- Políticas atentas al género: Se denuncia a las agencias que reclutan mujeres y las redes de trata de personas, cuyas víctimas principales son las mujeres, niños y niñas. Se sugiere también un enfoque de género en la definición e implementación de las políticas migratorias. 6- Cambios climáticos: Se reconoce el incremento de los flujos mixtos de migrantes vinculados a los cambios climáticos, que impulsan miles de personas a huir o escoger la migración como vía de supervivencia. Los terremotos, tsunamis, inundaciones, sequías prolongadas y otros desastres naturales que barren un territorio ya empobrecido son desafíos que deberán ser considerados por los países y por la comunidad internacional al adoptar políticas migratorias. México, país anfitrión, introdujo una novedad muy apreciada en el IV Fórum: el espacio común de debate entre la sociedad civil y los gobiernos. Este ejercicio de dialogo permitió un encuentro "cara a cara" entre los actores políticos y sociales vinculados con las migraciones internacionales, revelando los compromisos, los silencios y los rechazos que en el pasado quedaban detrás de las bambalinas. El SIMN estuvo representado en las Jornadas de la Sociedad Civil del Fórum por su Director Ejecutivo, P. Leonir Chiarello, junto con P. Flor Maria Rigoni (quien formó parte del Comité Organizador de las Jornadas), P. Claudio Holzer, del Centro de Atención a Migrantes de Chicago, P. Mario Santillo, Director del Centro de Estudios de Buenos Aires, y el Hno. William Becerra, Asistente de la Casa del Migrante de Tijuana. P. Rigoni, P. Holzer y P. Santillo también participaron en el espacio común de debate, que se celebró el primer día del Fórum de los Gobiernos. Para más información sobre el FMMD, consultar: www.gfmd.org





Scritto da P. L. Chiarello, cs   
Lunedì 15 Novembre 2010 10:32

Inghilterra: un frutto originale

Encantado! Mi chiamo Eduardo, studente di teologia, brasileiro, ma di sangue italiano, anzi trevisano, a dire la verità...
Sono nato ventisei anni fa in un magnifico paese, fatto di vigne, di colline e di sole del Rio Grande do Sul, chiamato  Guaporé. La regione alla fine ‘800 fu colonizzata  dagli italiani - tra cui anche il mio bisnonno Fedele, arrivato qui da piccolo con i suoi genitori - partiti in massa, piangendo e sognando in immensi bastimenti, da Genova. Il beato G.B. Scalabrini, nostro fondatore, li chiamava "i figli del lavoro e della miseria". Ma fu anche, veramente, della delusione.
Tante comunità di italiani in Brasile sono state fortunatamente accompagnate nelle loro necessità spirituali, sociali e culturali dai missionari scalabriniani, attraverso parrocchie, scuole, ospedali, giornali e radio.
Presenza bella e forte, che continua ancora oggi a dare i suoi frutti. In questo ambiente, a contatto con tanti missionari e seminaristi scalabriniani del mio stesso paese, mi sono sentito anch'io, un giorno, chiamare dal Signore.
Quasi come un loro frutto originale. Egli mi invitava a impegnarmi a una vita religiosa e missionaria come loro.
Così, nel 2002 sono entrato in seminario e dopo qualche anno dal Brasile sono venuto a vivere per i miei studi teologici proprio nella città del Papa, a Roma... e  non mi sembrava vero!
Ora, sono qui per un anno di stage pastorale, a Londra, Brixton Road. Per questa nuova tappa di formazione mi trovo ancora più al nord del mondo, ancora un altro punto di vista differente.
L'atmosfera multiculturale londinese nel fare questa esperienza è particolarmente positi-va e stimolante. Noi scalabriniani, infatti, siamo  chiamati ad annunciare e vivere il Vangelo come uomini di comunione nel mondo delle migrazioni, un pianeta sempre multiculturale. Così, al Centro Scalabrini ogni domenica incontro tre diverse comunità: gli italiani, - i pionieri della casa, all'origine della nostra missione  - una vivace comunità filippina e un'altra numerosa di origine
portoghese.
In queste presenze può sembrare, a volte, faticoso accettare il diverso, perché siamo spinti da necessità comuni e dobbiamo condividere gli stessi spazi, gli orari, la chiesa e le cose.
Condividiamo tuttavia, in particolar modo, la stessa fede e l'esperienza originale di una vita di emigrazione.
Il tempo della memoria Un frutto originale Il Natale poi ci porterà a celebrare, prossimamente, la nascita
di un bambino inserito a sua volta in una tradizione e una cultura particolari, medio-orientali, ma venuto per rivelare a
tutti l'unica umanità che palpita sotto la pelle di culture diverse. Sì, siamo tutti figli dello stesso Padre. Ed è la fratellanza il nostro carisma.
Per questo posso dire che qui mi trovo "a casa", anche se sono un brasiliano che vive circondato da italiani, filippini, portoghesi e... inglesi!
Una casa che ormai per me si è fatta ben grande, più di quanto immaginavo. Per cui, è sorridendo che ogni tanto mi ripeto un vecchio proverbio imparato da piccolo: "O mundo è grande, mas Brasil è maior!"



Scritto da Eduardo Pizzutti   
Lunedì 15 Novembre 2010 13:40
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Italia: Atto Accademico dell'Instituto SIMI 2010


<>Roma, 26 ottobre 2010 - ore 9:00 - 13:00 - Pontificia Università Urbaniana - Sala Newmann <>In concomitanza con l'anniversario di fondazione della Congregazione Scalabriniana, lo Scalabrini International Migration Institute (SIMI) organizza l'Atto Accademico che inaugura l'anno lettivo. Programma: ore 9:00  Saluto ai convegnisti MONS. CATALDO ZUCCARO, Rettore Magnifico - Pontificia Università Urbaniana P. FABIO BAGGIO, CS Preside - Scalabrini International Migration Institute  9:30 Prima sessione: l'Esodo Vita consacrata, missione e itineranza S. Em. CARD. VELASIO DE PAOLIS Presidente - Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede Vita consacrata: profezia della vera cittadinanza cristiana P. MAURIZIO PETTENÀ, CS Direttore - Australian Catholic Migrant and Refugee Office
10:45 Intervallo 11:00 Seconda sessione: la Pentecoste Le sfide dell‘internazionalizzazione degli istituti di vita consacrata Suor Filippa castronovo, fsp Biblista - Figlie di San Paolo Dentro le società multiculturali di oggi: ripartiamo ancora dalla Parola ANNA FUMAGALLI, MSS Professoressa - Scalabrini International Migration Institute Moderatore P. GABRIELE BENTOGLIO, CS Sottosegretario - Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e Itineranti IL SIMI Lo Scalabrini International Migration Institute è un istituto accademico internazionale incorporato alla Pontificia Università Urbaniana. Il SIMI si offre come luogo di formazione, approfondimento e iniziativa per quanti operano o sono interessati al fenomeno della mobilità umana, promuovendo l'analisi delle cause e dell'impatto delle migrazioni, e la risposta delle comunità ecclesiali e della società, nel confronto tra le diverse concezioni politico-sociali, etico religiose e culturali. Privilegia la formazione all‘accoglienza e alla solidarietà. Il SIMI si ispira a Giovanni Battista Scalabrini (1839-1905), vescovo di Piacenza e padre dei migranti, proclamato beato da Giovanni Paolo II il 9 novembre 1997. L'istituto si basa sulla visione del vescovo piacentino, il quale considerava l'emigrazione come diritto naturale della persona, occasione di incontro interculturale e strumento di crescita del dialogo e dell'integrazione tra i popoli, ma insieme esperienza di distacco e sradicamento, che esige l'intervento della Chiesa e della società per la protezione della dignità dei migranti. Il SIMI è un'iniziativa dalla Congregazione dei Missionari di San Carlo (Scalabriniani) ed è sostenuto dai tre istituti di vita consacrata della famiglia scalabriniana, fondati o ispirati dal Beato G. B. Scalabrini per l'assistenza religiosa, morale e sociale degli emigrati, in collaborazione con i laici che affiancano e sostengono l'ideale scalabriniano.
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Scritto da SIMI   

ImmigrazioneOggi/videoweb : Dossier Statistico Immigrazione 2010 Caritas/Migrantes

“Ogni persona di buon senso è convinta che immigrazione e integrazione devono andare di pari passo”. Inizia così il capitolo “politico” del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes, quello dove le organizzazioni cattoliche esprimono un giudizio sul piano del Governo per l’integrazione nella sicurezza “Identità e Incontro”.
Secondo la Caritas, il documento “qualificato come modello italiano di integrazione in quanto lontano dall’assimilazionismo e dal multiculturalismo” individua percorsi imperniati su diritti e doveri, responsabilità e opportunità, in una visione di relazione reciproca, facendo perno sulla persona e sulle iniziative sociali piuttosto che sullo Stato.
Positivi sono giudicati i cinque assi di intervento: l’educazione e l’apprendimento, dalla lingua ai valori; il lavoro e la formazione professionale; l’alloggio e il governo del territorio; l’accesso ai servizi essenziali; l’attenzione ai minori e alle seconde generazioni.
Critiche sono espresse invece alla “ricorrente insistenza, tanto nel documento governativo come in ambito comunitario, sulle migrazioni a carattere rotatorio, sui ritorni e sugli aiuti allo sviluppo”. Aspetti questi che definiscono “arrivati a collocarsi nel frattempo a livello veramente minimo”, mentre “è maggiormente radicata e supportata dai dati la convinzione che l’immigrazione stia acquisendo un carattere sempre più stabile”.
Caritas e Migrantes ritengono comunque apprezzabili le aperture riguardo al pubblico impiego ed ai rilievi critici rispetto a quanto è stato fatto nel passato.
Allo stato dei fatti però, viene rimproverato al Governo che “nel 2009 è rimasto sprovvisto di adeguata copertura il Fondo nazionale per l’inclusione sociale e questa carenza, anche in fase di crisi economica, va recuperata, tanto più che la capacità di spesa delle famiglie, italiane e immigrate, si è notevolmente contratta”.
La sintesi del volume e gli interventi completi della presentazione sono disponibili nel sito http://www.caritasroma.it/.
(Red.)
ImmigrazioneOggi/videoweb : Dossier Statistico Immigrazione 2010 Caritas/Migrantes